Come si era ripromessa, era rimasta seduta a meditare per un'altra ora, poi si era alzata e si era avviata al villaggio, mentre il suo stomaco brontolava per la fame.
Ci sarà un posticino per me? In fondo, magari la sensei non vuole che le dia fastidio al di fuori dell'orario di allenamento... si ritrovò a pensare, sospirando mogia. Le sarebbe molto dispiaciuto, se così fosse stato; in fondo, non le sembrava di chiedere tanto, solo un po' di cibo e un posto dove dormire.
Finalmente, raggiunse il villaggio e si fermò un po' spaesata a qualche metro di distanza dalla strada principale; si guardava in giro, cercando di capire da che parte andare e cercando qualcuno che potesse aiutarla. Probabilmente, la cosa migliore sarebbe stata raggiungere Ayame-sensei e chiedere a lei.
Uffa! mormorò, cercando di capire quale potesse essere la casa del demone.
La gente che le passava vicino la guardava in modo strano, facendola sentire a disagio, e lei non poteva fare a meno di sperare di sbrigarsi, cercando un modo per togliersi dal centro dell'attenzione. Chissà se anche loro sono demoni... si chiese distrattamente, decidendo di andare a sinistra e vagare ancora un po'.

¤ Scheda Pg ¤ Maride ¤ 46 anni ¤ Valletto personale di Ezra Bounsen ¤ Confuso e guardingo ¤ Nessun arma ¤

« Spesso la vita mi sembra una insopportabile ferita. »

Narrato "Parlato" Pensato "Parlato altrui"

Nefertari sorrise quando vide di fronte a sé la sfera di veleno; era piccola, ma la faceva sentire molto orgogliosa di sé stessa.
Rilasciò piano la sfera e ascoltò le parole della sensei: "Molto bene. Ce l'hai fatta. Spero che con il tempo riusciremo a cancellare due grandi difetti. Prima di tutto chiudere gli occhi può anche aiutarti inizialmente a concentrati ma in battaglia distogliere gli occhi dal nemico può essere una mossa fatale. Due sei troppo rigida, in questo modo blocchi metà delle tue capacità. Sono errori comuni e vedremo di estirparli subito. Ti insegnerò inoltre a migliorare man mano questa tecnica che per il momento è piuttosto instabile, ma è normale. Come primo risultato non è per niente male. "
Le prime parole le fecero male, anche se ne riconosceva la veridicità, ora che ci pensava; però, non se ne sarebbe mai potuta accorgersene da sola, quindi non aveva mai potuto migliorare senza l'aiuto di Ayame. Cosa che le ultime parole di quel breve discorso le fecero capire bene; sapeva che con la guida del demone avrebbe potuto migliorare molto.
"L'allenamento è finito. Ti chiamerò io per farti sapere quando sarà il momento di imparare nuove tecniche. Vai a riposarti Nefertari-san e vedi di riflettere sulle informazioni che ti ho detto e di allenarti sulle poche cose che ti ho insegnato. E' tutto. Sayonara."
Nefertari annuì, osservandola allontanarsi. Poi, si sedette su una pietra, vicino al ciglio del canyon, cominciando a meditare. Sarebbe rimasta lì per un'altra ora, poi sarebbe andata a mettere qualcosa nello stomaco: allenarsi faceva venire fame.

Tutto quello che sapeva era che prima correva rapida contro la sua sensei e che poi era a faccia a terra, il suo veleno completamente annullato. Non capiva il nesso logico (e temporale) tra le due cose...
"Hai forse perso qualcosa?" la voce di Ayame la raggiunse dall'altro, costringendola ad alzare il viso e sputacchiare la terra che aveva inavvertitamente ingerito. Che sensazione orribile si disse, rialzandosi ed evitando di rispondere - e di guardare in faccia l'altro demone.
Si mise in ginocchio, respirando profondamente: quell'improvviso avvenimento l'aveva scossa. Aveva capito che la sensei aveva dovuto fare qualcosa per farla cadere, probabilmente uno sgambetto, ma si era mossa talmente velocemente che non l'aveva vista per nulla! Quanta strada aveva ancora da fare... quasi decise di rinunciare, prima di ricordare il suo obiettivo: se mai sarebbe stata la metà della sua sensei, sarebbe stata un'ottima protettrice di innocenti!
Si rialzò, lo sguardo luminoso per la risoluzione che aveva preso.
"Allora ho notato che stavi richiamando il veleno che scorre nel tuo sangue. Non male ma ti consiglio per il momento di farlo il meno possibile: il flusso è instabile e questo ti potrebbe procurare danni." disse Ayame, voltandosi verso di lei. Aveva capito immediatamente il suo punto debole... era stupita ed ammirata, sempre di più. "Ma questo già lo sai immagino."
Annuì leggermente: sin da bambina aveva questo problema e la cosa, spesso, la infastidiva molto: in un combattimento prolungato avrebbe potuto essere un problema.
"Ti faccio vedere un ultima cosa oggi. Tu sai che dentro di te hai questo elemento e adesso devi cacciarlo fuori di te. Diciamo che devi concretizzarlo. Il concetto non è facile da spiegare ma con un esempio pratico capirai tutto." inizialmente, aggrottò la fronte, non riuscendo a capire, poi spalancò gli occhi vedendo la sfera velenosa. "Devi concentrarti intensamente, sentire l'energia fluire tutto in un posto scelto da te. Dopo di questo devi immaginare un raggio vettore all'esterno del tuo corpo. Questo sarà il risultato. Adesso prova tu!"
Sì, Ayame-sensei! esclamò, entusiasta.
Chiuse immediatamente gli occhi, cercando di avvertire il veleno che le scorreva in corpo; era una cosa che già sapeva fare, dato che era il modo in cui riusciva ad allungare le sue unghie, quindi non ci mise molto a percepirlo. Ora, però, veniva la parte difficile, perché non doveva proiettarlo sul suo corpo, ma all'esterno.
Aprì gli occhi, portando una mano davanti al viso: fece risalire il veleno verso la punta delle dita e gli fece attraversare velocemente le unghie; una volta lì, però, non lo fece seccare, bensì lo buttò fuori, davantì a sé, sperando di ottenere lo stesso effetto della sensei.

¤ Scheda Pg ¤ Maride ¤ 28 anni ¤ Valletto personale di Ezra Bounsen ¤ Confuso e guardingo ¤ Nessun arma ¤

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